¿POR QUÉ ME GUSTA hacerme el muerto? ¿Se trata de una costumbre sádica, como lamentan los amigos o cónyuges más sensibles? ¿Por qué me fascina desde niño, y seguimos siendo niños, quedarme indefinidamente inmóvil, como una momia de mi propio futuro? ¿De dónde sale le agrio placer de asistir al cadáver que todavía no soy?
La explicación podría ser sencilla, y por tanto misteriosa.
Al ver el mundo mientras no miro nada, al seguir pensando sin proponerme pensar, al notar en mí, como poderosa certeza, la selva de las arterias y la montaña rusa de los nervios, no solo confirmo que sigo vivo, sino algo incluso más impresionante. Experimento la única, pequeña, posible forma de trascendencia. Sobrevivo a mí mismo. Me deshago de la muerte jugando.
Entra en casa mi hijo. Volveré a respirar. (Andrés Neuman, Hacerse el muerto, 2011)
La explicación podría ser sencilla, y por tanto misteriosa.
Al ver el mundo mientras no miro nada, al seguir pensando sin proponerme pensar, al notar en mí, como poderosa certeza, la selva de las arterias y la montaña rusa de los nervios, no solo confirmo que sigo vivo, sino algo incluso más impresionante. Experimento la única, pequeña, posible forma de trascendencia. Sobrevivo a mí mismo. Me deshago de la muerte jugando.
Entra en casa mi hijo. Volveré a respirar. (Andrés Neuman, Hacerse el muerto, 2011)
PERCHÉ MI PIACE piace fare il morto? Si tratta di un’abitudine sadica, come deplorano gli amici o i coniugi più sensibili? Perché mi affascina fin da bambino, e continuiamo ad essere bambini, rimanere indefinitamente immobile come una mummia del mio stesso futuro? Da dove proviene l’aspro piacere di assistere il cadavere che ancora non sono?
La spiegazione potrebbe essere semplice e pertanto misteriosa.
Vedere il mondo mentre non sto guardando niente, pensare senza decidere di pensare, notare in me, con grande certezza, la giungla delle arterie e la montagna russa dei nervi, non solo mi conferma che continuo a vivere, ma anche qualcosa di più impressionante. Sperimento la unica, piccola, possibile forma di trascendenza. Sopravvivo a me stesso. Mi disfo della morte giocando.
Entra in casa mio figlio. Ritornerò a respirare.
La spiegazione potrebbe essere semplice e pertanto misteriosa.
Vedere il mondo mentre non sto guardando niente, pensare senza decidere di pensare, notare in me, con grande certezza, la giungla delle arterie e la montagna russa dei nervi, non solo mi conferma che continuo a vivere, ma anche qualcosa di più impressionante. Sperimento la unica, piccola, possibile forma di trascendenza. Sopravvivo a me stesso. Mi disfo della morte giocando.
Entra in casa mio figlio. Ritornerò a respirare.